27 Febbraio 2024

COMMISSIONE EUROPEA: RIDUZIONE 90% DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA ENTRO IL 2040

La legge europea sul clima, approvata nel 2021, ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e ha ribadito l’ambizione del Green Deal di raggiungere la neutralità di carbonio entro il 2050.

Il braccio operativo di questo piano è il cosiddetto “Fit for 55”, il pacchetto di misure attraverso cui l’UE punta a decarbonizzare tutti i settori dell’economia (o quasi).

Tuttavia, non è ancora stato fissato un obiettivo per il 2040. Per questo motivo ad inizio febbraio la Commissione europea (DG CLIMA) ha presentato una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento nella quale raccomanda di ridurre del 90% le emissioni di gas serra entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di un documento programmatico – ma senza valore legislativo – che suggerisce una tabella di marcia per la prossima fase della transizione energetica, quattro mesi prima delle elezioni europee e con gli Stati membri in preda alla rivolta degli agricoltori contro le riforme green.

Il compito di presentare una proposta concreta è lasciato alla prossima Commissione, che entrerà in carica alla fine di quest’anno. Una volta che la nuova Commissione avrà presentato la sua proposta, inizierà la procedura legislativa ordinaria, che coinvolgerà il Parlamento europeo e il Consiglio degli Stati membri dell’UE e che di solito richiede fino a due anni. Diversi Paesi dell’UE hanno espresso il loro sostegno al piano, mentre l’Ungheria è scettica, Francia e Germania non hanno ancora preso posizione.

Puntare ad una riduzione netta del 90%, significherebbe all’incirca lo stesso ritmo di tagli promessi per il periodo 2020-2030. Questa volta, però, Bruxelles deve tenere conto del crescente malcontento – reso palese dalle proteste degli agricoltori delle ultime settimane – per l’impatto sociale ed economico del suo tanto decantato Green Deal. Il dibattito sul clima è diventato politicamente esplosivo.

Per questo motivo il possibile sforzo di riduzione del 30% rispetto al 2015 richiesto al settore agricolo nella prima bozza del documento circolata nelle scorse settimane è stato cancellato. Ora nel documento si parla solo di un generale “whole-of-food-sector approach”. L’agricoltura, si legge nel testo, “svolge un ruolo nella transizione” green, contribuendo “al contempo alla sovranità alimentare europea”. Soffermandosi sull’agricoltura, l’esecutivo UE evidenzia che “con le giuste politiche e il giusto sostegno, il settore può anche svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al contempo una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio”.

Infatti dopo aver approvato con successo la legislazione verde in diversi settori, il Green Deal si è trovato in rotta di collisione con il mondo agro-alimentare. Tant’è che il commissario europeo per il clima, Wopke Hoekstra, ha da poco avvertito che il blocco deve continuare a stare “su due gambe”: da un lato le sue ambizioni climatiche, dall’altro “assicurarsi che le nostre imprese rimangano competitive e che ci sia una giusta transizione”.

Gli obiettivi per il 2040 dovrebbero basarsi – secondo la Comunicazione – in parte sulla cattura e sullo stoccaggio di volumi ambiziosi di anidride carbonica.

In linea generale, l’esecutivo dell’UE sottolinea che ” il cambiamento climatico si sta intensificando e i suoi costi reali stanno accelerando”, insistendo sul fatto che “far crescere l’economia sulla base dei combustibili fossili e dello spreco di risorse non è sostenibile”. “L’UE ha dimostrato che l’azione per il clima e il sostegno alla crescita economica vanno di pari passo, disaccoppiando la crescita dalle emissioni di gas serra”, aggiunge la Commissione, sottolineando che “le emissioni di gas serra sono state inferiori del 32,5% nel 2022 rispetto al 1990, mentre l’economia è cresciuta del 67%”.

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